Per quanto ci pensassi, non capivo come fosse possibile che un pezzo, lucidato banalmente sfregandolo con della stoffa, potesse raggiungere un effetto vetrificato maggiore addirittura del trattamento con la vernicetta.
Ho finalmente comprato un pezzetto di carta vetrata, la più fine che ho trovato al Brico, una 320. Povera illusa! Non solo ho scoperto (da altre ragazze del forum) che si dovrebbe iniziare con la carta 1000 per arrivare a usare la 3000, che al tatto sembra carta normale... In più avevo anche sbagliato il procedimento, limitandomi a scartavetrare una perlina per poi disperarmi per i brutti graffi biancastri che erano usciti. E ci credo, con la 320...! A quanto pare questo lavoro non va fatto a secco, ma sotto l'acqua. Apriti cielo.
Ho dovuto aspettare il libro della Blackburn per convincermi a rifare l'esperimento, stavolta aiutata da una fonte un po' più autorevole di un sito internet. Il sanding si fa sì con carte molto molto fini, ma appunto sotto l'acqua, preferibilmente corrente (ma si può anche sciacquare ogni 4-5 grattatine). Il buffing si può fare a mano, ma ci perdi i muscoli, o si può usare un coso elettrico che consiste in una ruotina ricoperta di cotone/stoffa morbidosa da lucidatura, molto molto morbida e per niente abrasiva, che ruota a tutta velocità mentre si tiene il pezzo fermo, comodi comodi. E grazie...! Ecco come riescono ad avere quei risultati. Certo che è un lavoraccio.
Scoraggiata perchè non possiedo quell'arnese e mi sembra del tutto fuori luogo comprarlo solo per un hobby (chissà quanto costa), me la sono tentata usando un aggeggino che avevo in casa per lucidare le unghie, stessa cosa ma di dimensioni ridotte. Ho provato a fissare un pezzo di cotone, e al primo giro è volato tutto intorno stile lotta coi cuscini. Ho provato a fissare un cotton-fioc, che dopo 10 secondi e un paio di graffi nella perlina è schizzato via spaventandomi anche un po' (e se mi va in un occhio? Iiiiii...). Alla fine ho desistito e mi sono accontentata della misera lucidatura a mano, che è un lavoro lungo e noioso: ti grattugi le dita col jeans, ti si indolenzisce il braccio (a settembre riprendo a fare sport, sarebbe il caso, lo so) e ci vogliono 5 minuti per ogni perla. Non ne vale proprio la pena, quando esiste la simpatica vernicetta.
Il buffing non fa per me. Decisamente.
Il sanding, invece... Oooh. Meraviglia. Quanto cambia tenere in mano una perla liscia! Non credevo che ci potesse essere tutta questa differenza. Mi sembravano abbastanza lisce così, e volevo scartavetrarle un po' solamente per eliminare qualche impronta traditrice. E dire che siccome nella mia zona i ferramenta sono degli sfigati, ho trovato al massimo una 1200. Sempre sotto l'acqua ho iniziato con la 320, continuato con la 800 e finito con la 1200. Una meraviglia. Ho lucidato due perle lentil swirl (bicono tondeggiante, insomma...) e mi sembrava di tenere in mano delle caramelle. Lisce, liscissime, un piacere al tatto. Da allora quando tocco le collane fatte finora inorridisco. C'è davvero una differenza notevole. Lucidate, poi, sono perfette, perchè la vernice si distribuisce meglio sulla superficie che non è più tanto irregolare.
Probabilmente l'effetto liscio non si nota dalla foto, ma queste sono le perle montate... L'idea l'ho presa dal libro, sono giustamente ancora in fase di esperimenti. Grazie, Carol.