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giovedì 26 giugno 2008

Smontare la macchina per la pasta

Ebbene sì!! Esasperata dalle bizze della mia macchina per la pasta, e spinta dal commento di Scara nel post precedente, stasera ho osato smontare (e, fortunatamente, ricomporre) la macchina per la pasta!!
Come Scara, anch'io ho grattato, raccolto, staccato una bella quantità di pasta, una pallina di 1.5cm °_° senza contare tutta quella che ho buttato e sciolto. E dove stava tutta questa pasta??? Ovviamente, incastrata tra i rulli! Ecco perchè!!

Per smontarla ho seguito le foto e le istruzioni preziosissime di Desiree http://www.desiredcreations.com/howTo_TLPQueenAtlasMaint.htm . Ho una macchina Atlas, quindi montata nello stesso modo della sua.

Ciò che mi ha spinto a smontarla è stato il pessimo comportamento di oggi. Ho passato un'oretta a mischiare colori, e la sentivo sempre più cigolante. Il problema maggiore era che quando cambiavo la distanza dei rulli, specialmente dal 7 all'1 (da fine a largo), facevo una fatica incredibile. Oliare non mi sembrava la soluzione migliore, non volevo rischiare di sporcare la pasta.

Credevo che fosse molto più complicato smontarla, e avevo paura di perdermi qualche pezzo per strada (come mi diceva Twizzy). Però alla fine i passi sono pochi: si smonta il pannello laterale dove c'è il manico; si smonta la zampina, la base corrispondente; si svitano due bulloni che bloccano il secondo e ultimo pannello, e pian piano lo si stacca. Così si vedono tutti i rulli e gli altri pezzi attaccati al pannello in cui c'è la manopola dello spessore.

Lì, la scoperta: quelli che Desiree chiama "scrapers", ovvero le parti che si sentono toccando i rulli da sotto, all'interno erano pieni, strapieni, traboccanti di fimo di colore indefinito. Dato che avevo usato la macchina per un'oretta, e i rulli erano tiepidi, questo bel po' po' di fimo era pure mezzo molliccio-sciolto!! Non bastava stare lì... doveva essere pure difficile da togliere :(

Comunque sono riuscita a pulire tutto con cotone e alcool. Rimontarla non è stato molto semplice, ma non bisogna disperarsi e soprattutto non bisogna sforzare. E poi... come nuova!!! Ora i rulli sembrano girare proprio in modo fluido e continuo, senza rumoracci. Spero di non doverla aprire di nuovo per almeno altri sei mesi.

Continuando ciò che dicevo la volta scorsa, prepararsi dei colori e delle sfumature è veramente utile. Ho tre sfumature pronte, un assortimento di colori pastello, e qualche altro colore sparso. La fregatura è che sì, è vero che avere queste cose pronte velocizza il lavoro quando ho tempo di fare una murrina; per contro, avere tutto pronto sotto i miei occhi, ma dover aspettare a quando ho tempo, è una tentazione irresistibile. Ogni tanto mi è capitato di rubare qualche mezz'oretta allo studio per "finire quel pezzo di murrina", "solo questo, poi rimetto tutto a posto", e gira e rigira ho fatto due murrine, tre set di perle, e perso un sacco di tempo!!! Meno male che un esame l'ho dato, e anche uno scritto è ormai alle spalle... E' ora di accantonare tutto seriamente.
Da lunedì... come si dice per le diete!

sabato 23 febbraio 2008

Tutorial e trucchi per perline tonde e per perline ricoperte con murrine

Molto spesso ricevo visite da persone che cercano tutorial e trucchi per fare perline con le paste modellabili.
Non ho sicuramente esperienza sufficiente a scrivere una guida completa, per quello ci sono i libri. Però posso condividere il mio metodo, così potrò rendermi utile almeno per qualche persona agli inizi :)
In questo post scriverò come fare perle in fimo e altre paste, delle stesse dimensioni, senza impronte, senza ammaccature o parti piatte per colpa della cottura, non sformate da fori irregolari. Se trovate utile questo tutorial lasciatemi un commento, mi farebbe piacere! =)

Mi piacciono molto le murrine, per cui molte delle mie perle sono formate da un "cuore" di pasta ricoperto di fettine di murrine. Il cuore un tempo lo facevo con un colore che avevo in grande quantità (prima il nero, poi l'ho finito e ho usato un panetto grande di giallo); ora invece uso quasi sempre lo sculpey ultra light, così non spreco colori utilizzabili per altri progetti e inoltre le perline sono più leggere.
C'è da dire che ero abituata alla consistenza del fimo/cernit, mentre l'ultralight rimane più molliccio e bisogna ricordarsi di non premere troppo, quando si rotola la pallina tra le mani per far aderire le fettine. Però fare il foro è una passeggiata.

1)Dicevo, di solito per fare delle perline inizio ad allungare un rotolino di pasta che servirà per il "cuore". All'inizio facevo a occhio, e mi uscivano perline di dimensioni tutte diverse; è normale che capiti.
#Per fare perline delle stesse dimensioni
Stendo un rotolino di pasta, lo livello con una lastra di vetro (presa da una cornicetta 10x15) in modo che sia regolare, ovunque dello stesso diametro: così si eliminano eventuali "strizzatine" fatte per sbaglio con le dita.
Poi poggio la lama ondulata sul rotolino per avere delle tacche di riferimento (per chi non la ha, basta prendere un righello e basarsi su quello... non cambia niente. a volte faccio anche a occhio) e affetto il rotolino. Attenzione a tenere verticale la lama che affetta, se no la quantità di pasta risulta diversa.
1b)Per fare perline della stessa dimensione si può anche stendere una sfoglia grossa con la macchina per la pasta e ritagliare con una formina tante... forme, appunto, e appallottolarle: così la quantità di pasta utilizzata è identica.

2)Appallottolati i pezzetti di pasta appena tagliati, li metto da parte e affetto la murrina. Meglio non affettare prima di preparare le palline, perchè in quel caso le fettine raffreddano e induriscono (=si spezzano o sgretolano), mentre ora serve che si attacchino bene alla pallina. Questo vale anche per le palline "cuore": è bene non far passare troppo tempo tra la preparazione e la copertura con le fettine.
#Per ricoprire una perlina con murrine
Io affetto con una lama sottile (uso una lametta Gillette) tante fettine, il più sottile possibile, e soprattutto il più regolare possibile. Se una fettina esce sottile da un lato e grossa dall'altro, la poggio su una pallina e affetto via la parte più grossa, che si può usare per completare una fettina che, al contrario, ho affettato incompleta. Appoggio una fettina sulla perlina e la faccio aderire, per il momento semplicemente col dito. Poi una ad una attacco le altre. Quando ho finito questo, inizio ad appallottolare le perline. Servono mani calde ma non troppo, e a volte un po' di pressione. Bisogna cercare di tenere sempre una forma sferica: più si distorce la pallina e la si rende ovale/tubolare, più si rischia di ottenere effetti swirl (a spirale) che rovinerebbero il disegno della murrina. Per evitare questo, in genere appallottolo 4-5giri in senso orario e poi cambio in antiorario; così finora mi sono sempre trovata bene.
#Quante fettine usare per ricoprire la pallina?
Dipende dall'effetto desiderato. All'inizio, quando preparavo una murrina, ne tagliavo un pezzo e lo riducevo a una murrina più piccola: così potevo usare le microfettine per riempire quegli orribili spazi vuoti tra una fetta e l'altra. Questo però complica il disegno, si ottiene una perla molto ricca -cosa che col tempo mi ha stancato.
Ora, sempre più spesso, preferisco valorizzare il disegno della murrina lasciando che spicchi sullo sfondo della perla (in questo caso non lascio l'ultralight a nudo, ma prima di mettere le fettine ricopro ogni pallina con una sfoglia sottilissima del colore dello sfondo che voglio; e poi le fettine). In genere, per una perlina di circa 1cm di diametro applico 4 fettine. Le posiziono su tutte le palline, affettando volta per volta se non bastano.

3)Questo non so se lo facciano tutti, ma mi è stato chiesto diverse volte come faccio a non lasciare impronte nelle perline.
Da quando ho scoperto i risultati di scartavetrare/lucidare ho provato ad applicare il metodo alle perline tonde, ma è lunghissimo perchè finisco per graffiarla in modo poco regolare e rovinare la forma perfettamente sferica.
#Per non lasciare impronte nelle perline
L'unica soluzione davvero valida che ho trovato è usare i guanti in questa fase finale (non riesco a usarli per nient'altro). Io li ho comprati in farmacia; uso una misura 6, ma mi servirebbe una 5 perchè ho le dita molto sottili, non so neanche se esista. Li indosso, li tendo bene, e appallottolo, tenendo la perlina con molta delicatezza tra i palmi (dita tese in fuori), con movimenti piccoli (non ampi perchè se no diventa tubolare) in modo da mantenere la forma sferica. Si vede subito il miglioramento: la superficie si leviga, perde i segni indistinti della pelle del palmo della mano. Così, lucidare è superfluo.

4)Questo è il momento di lasciar riposare le perline. Non foratele, ora sono troppo molli. Non lasciatele sul piano di lavoro, si schiaccerà una parte; fate un ventaglietto con un foglio di carta e sistematele lì. Devono sfreddarsi per bene, minimo mezz'ora (se volete mettetele in frigo, allora basta meno tempo), pulite il piano, le mani, sistemate la murrina avanzata, ma non riponete ancora i guanti.

5) Quando le perline hanno riposato (sembra di parlare di una zuppa), prendete un ago in una mano, indossate un guanto nell'altra, con quest'ultima prendete una pallina, e iniziate a forare. Sarebbe meglio avere un'idea almeno vaga di ciò che si vuole realizzare con le perle in lavorazione, questo perchè 1)la forma da dare alla perla dipende da progetto a progetto (una quadrata spesso salta più all'occhio di una tonda, una a tubo passa in secondo piano rispetto a distanziatori particolari ecc); 2)la grandezza del foro da fare varia a seconda del filo con cui si monterà (vale soprattutto per cordino, cavetto e alcantara... per il cavetto va bene qualsiasi foro).
#Per forare le perline
Se avete un attrezzo apposito, bene, se no... Io usavo un ago da cucito. Troppo sottile, dovevo allargare il foro, finivo per schiacciare la perlina. Ora faccio il foro con l'ago da cucito, e poi ripasso con un ago per la macchina da cucire: non solo allarga il foro in maniera più gentile, ma la base, che si allarga, permette di fare un foro più morbido. Io lo avevo a casa, ma si trova in merceria a un prezzo da niente.
Moltissime persone che stanno iniziando a lavorare le paste lamentano il fatto che quando infilano l'ago, la perlina si schiaccia. Intanto, se la lasciate riposare, la pasta sarà meno molle; non ci vuole fretta. Poi, per infilare l'ago, non bisogna spingerlo dentro la perlina, bensì pungerla, ruotando l'ago tra le dita, infilzarla finchè l'ago non si fa strada. Serve un foro più largo? Usare uno stuzzicadenti, NO! Prima ago, poi ago più grosso, poi piano piano lo stuzzicadenti.

6) Cuocere. Anche qui, problema che ci si pone agli inizi è come evitare deformazioni.
#Per cuocere le perline senza che si schiaccino
C'è chi le infila su uno stuzzicadenti/filo metallico e lo sospende su dei supporti.
Personalmente, mi trovo benissimo facendo un ventaglietto di carta con un normalissimo foglio (per stampante, a righe, quadretti, ecc); basta non fare movimenti bruschi, se no rotolano via. Perle perfettamente tonde.

7) Dopo la cottura, lascio raffreddare in forno; mi è capitato di toglierle subito e si sono formate delle piccole crepe. Mi è successo raramente:
-quando ho mischiato colore a olio (evidentemente era troppo) a fimo trasparente e poi ho messo le perline appena sfornate in acqua e ghiaccio (doveva accentuare la trasparenza, invece all'interno si notano strane crepe);
-quando ho usato per il "cuore" pasta di scarto vecchia stravecchia che evidentemente non si dilatava come la pasta delle murrine;
-quando ho lasciato passare troppo tempo dalla preparazione delle palline alla copertura; inoltre l'ultralight non è appiccicoso quanto il fimo, probabilmente sono rimaste delle bolle d'aria :( (rovinata una swirl che mi piaceva tantissimo).

8) Ho già parlato di come scartavetrare e lucidare, anche se, come ho scritto più su, preferisco non farlo con perline tonde.
Qualunque prodotto si usi, lucidare dopo aver scartavetrato, o come in questo caso, dopo aver usato i guanti, dà una finitura migliore della lucidatura su perline imperfette. Il lucido evidenzia i difetti, purtroppo, invece di mascherarli con tanti simpatici riflessi come si potrebbe pensare.

Fatemi sapere se questo tutorial è stato utile ^_^

martedì 18 settembre 2007

Sanding and buffing 2

Torno a parlare della finitura delle perle in fimo perchè allietata (ahah) da una nuova scoperta.
Nel forum Selin ha segnalato un link di un tutorial per... ora vi spiego.
Dopo aver constatato che scartavetrare le perle è facile, lo sto facendo sempre. Non dico che sia necessario, perchè non è così, ma certe sono davvero più belle, al tatto e alla vista. Ciò che mi uccide è la lucidatura: un minuto per ogni perlina, per ottenere un risultato comunque poco lucido, è troppo tempo e troppo lavoro -senza contare che a lungo andare mi grattugio le dita.
So che esiste un aggeggio nei Brico che serve a questo; anche un semplice trapano, o un qualunque strumento elettrico. Il lucidatore esiste, basta sostituire i dischetti in feltro (che graffiano) con una cosa ancora più morbida. Ma quanto costa?? Spendere 15-20€ mi sembra eccessivo.
Quindi pensavo, si potrebbe almeno attaccare al trapano/coso la carta vetrata e scartavetrare, ma poi come fare a mantenerla bagnata? La carta deve essere bagnata, altrimenti sai che graffi... e il trapano non deve essere bagnato, quindi idea bocciata.
Ho provato anche con un cosino elettrico per la manicure, ma idem, niente acqua.

Invece... QUI c'è la soluzione ai miei problemi, e mi sento una stupida per non averci mai pensato. Uno spazzolino elettrico funziona allo stesso modo degli oggetti di cui sopra, ma costa meno, è più maneggevole (niente scene splatter con inondazione di sangue causa trapano impazzito), e soprattutto è fatto per essere bagnato quindi si può anche scartavetrare. Si possono sostituire le testine e dedicarne un paio solo alla lucidatura.
Mi sembra un'ottima idea, finalmente abbandonerò il sistema tradizionale...
Qualcuno di voi ha suggerimenti per cosa usare per la lucidatura? Un panno, lasciare il jeans, cotone...?

Comnque lode a June che ne ha parlato, a Susan Lomuto di polymerclaynotes per averlo diffuso nel suo utilissimo blog, e a Selin per averlo segnalato in italiano.

giovedì 23 agosto 2007

Sanding and buffing

Da poco nel forum si parlava della lucidatura che fanno le americane e le francesi. A volte nei loro blog si vedono immagini di perle e vari oggetti talmente lucidi che sembrano vetrificati; eppure pare che non usino nè vernici, nè (come avevo pensato) liquid clay vetrificata con la heat gun, nè resina. Cercando nei siti inglesi leggevo che l'ultimo passaggio era il sanding, cioè l'operazione di scartavetrare il pezzo con carte abrasive via via più fini, e il buffing, sul cui significato gravava la mia pigrizia nel cercare il termine sul vocabolario. Ho poi appurato che significa lucidatura, e in particolare queste mani d'oro la fanno sfregando il pezzo con stoffa grossa, specialmente tessuto jeans (denim).

Per quanto ci pensassi, non capivo come fosse possibile che un pezzo, lucidato banalmente sfregandolo con della stoffa, potesse raggiungere un effetto vetrificato maggiore addirittura del trattamento con la vernicetta.
Ho finalmente comprato un pezzetto di carta vetrata, la più fine che ho trovato al Brico, una 320. Povera illusa! Non solo ho scoperto (da altre ragazze del forum) che si dovrebbe iniziare con la carta 1000 per arrivare a usare la 3000, che al tatto sembra carta normale... In più avevo anche sbagliato il procedimento, limitandomi a scartavetrare una perlina per poi disperarmi per i brutti graffi biancastri che erano usciti. E ci credo, con la 320...! A quanto pare questo lavoro non va fatto a secco, ma sotto l'acqua. Apriti cielo.

Ho dovuto aspettare il libro della Blackburn per convincermi a rifare l'esperimento, stavolta aiutata da una fonte un po' più autorevole di un sito internet. Il sanding si fa sì con carte molto molto fini, ma appunto sotto l'acqua, preferibilmente corrente (ma si può anche sciacquare ogni 4-5 grattatine). Il buffing si può fare a mano, ma ci perdi i muscoli, o si può usare un coso elettrico che consiste in una ruotina ricoperta di cotone/stoffa morbidosa da lucidatura, molto molto morbida e per niente abrasiva, che ruota a tutta velocità mentre si tiene il pezzo fermo, comodi comodi. E grazie...! Ecco come riescono ad avere quei risultati. Certo che è un lavoraccio.

Scoraggiata perchè non possiedo quell'arnese e mi sembra del tutto fuori luogo comprarlo solo per un hobby (chissà quanto costa), me la sono tentata usando un aggeggino che avevo in casa per lucidare le unghie, stessa cosa ma di dimensioni ridotte. Ho provato a fissare un pezzo di cotone, e al primo giro è volato tutto intorno stile lotta coi cuscini. Ho provato a fissare un cotton-fioc, che dopo 10 secondi e un paio di graffi nella perlina è schizzato via spaventandomi anche un po' (e se mi va in un occhio? Iiiiii...). Alla fine ho desistito e mi sono accontentata della misera lucidatura a mano, che è un lavoro lungo e noioso: ti grattugi le dita col jeans, ti si indolenzisce il braccio (a settembre riprendo a fare sport, sarebbe il caso, lo so) e ci vogliono 5 minuti per ogni perla. Non ne vale proprio la pena, quando esiste la simpatica vernicetta.
Il buffing non fa per me. Decisamente.

Il sanding, invece... Oooh. Meraviglia. Quanto cambia tenere in mano una perla liscia! Non credevo che ci potesse essere tutta questa differenza. Mi sembravano abbastanza lisce così, e volevo scartavetrarle un po' solamente per eliminare qualche impronta traditrice. E dire che siccome nella mia zona i ferramenta sono degli sfigati, ho trovato al massimo una 1200. Sempre sotto l'acqua ho iniziato con la 320, continuato con la 800 e finito con la 1200. Una meraviglia. Ho lucidato due perle lentil swirl (bicono tondeggiante, insomma...) e mi sembrava di tenere in mano delle caramelle. Lisce, liscissime, un piacere al tatto. Da allora quando tocco le collane fatte finora inorridisco. C'è davvero una differenza notevole. Lucidate, poi, sono perfette, perchè la vernice si distribuisce meglio sulla superficie che non è più tanto irregolare.

Probabilmente l'effetto liscio non si nota dalla foto, ma queste sono le perle montate... L'idea l'ho presa dal libro, sono giustamente ancora in fase di esperimenti. Grazie, Carol.