giovedì 26 giugno 2008
Smontare la macchina per la pasta
Come Scara, anch'io ho grattato, raccolto, staccato una bella quantità di pasta, una pallina di 1.5cm °_° senza contare tutta quella che ho buttato e sciolto. E dove stava tutta questa pasta??? Ovviamente, incastrata tra i rulli! Ecco perchè!!
Per smontarla ho seguito le foto e le istruzioni preziosissime di Desiree http://www.desiredcreations.com/howTo_TLPQueenAtlasMaint.htm . Ho una macchina Atlas, quindi montata nello stesso modo della sua.
Ciò che mi ha spinto a smontarla è stato il pessimo comportamento di oggi. Ho passato un'oretta a mischiare colori, e la sentivo sempre più cigolante. Il problema maggiore era che quando cambiavo la distanza dei rulli, specialmente dal 7 all'1 (da fine a largo), facevo una fatica incredibile. Oliare non mi sembrava la soluzione migliore, non volevo rischiare di sporcare la pasta.
Credevo che fosse molto più complicato smontarla, e avevo paura di perdermi qualche pezzo per strada (come mi diceva Twizzy). Però alla fine i passi sono pochi: si smonta il pannello laterale dove c'è il manico; si smonta la zampina, la base corrispondente; si svitano due bulloni che bloccano il secondo e ultimo pannello, e pian piano lo si stacca. Così si vedono tutti i rulli e gli altri pezzi attaccati al pannello in cui c'è la manopola dello spessore.
Lì, la scoperta: quelli che Desiree chiama "scrapers", ovvero le parti che si sentono toccando i rulli da sotto, all'interno erano pieni, strapieni, traboccanti di fimo di colore indefinito. Dato che avevo usato la macchina per un'oretta, e i rulli erano tiepidi, questo bel po' po' di fimo era pure mezzo molliccio-sciolto!! Non bastava stare lì... doveva essere pure difficile da togliere :(
Comunque sono riuscita a pulire tutto con cotone e alcool. Rimontarla non è stato molto semplice, ma non bisogna disperarsi e soprattutto non bisogna sforzare. E poi... come nuova!!! Ora i rulli sembrano girare proprio in modo fluido e continuo, senza rumoracci. Spero di non doverla aprire di nuovo per almeno altri sei mesi.
Continuando ciò che dicevo la volta scorsa, prepararsi dei colori e delle sfumature è veramente utile. Ho tre sfumature pronte, un assortimento di colori pastello, e qualche altro colore sparso. La fregatura è che sì, è vero che avere queste cose pronte velocizza il lavoro quando ho tempo di fare una murrina; per contro, avere tutto pronto sotto i miei occhi, ma dover aspettare a quando ho tempo, è una tentazione irresistibile. Ogni tanto mi è capitato di rubare qualche mezz'oretta allo studio per "finire quel pezzo di murrina", "solo questo, poi rimetto tutto a posto", e gira e rigira ho fatto due murrine, tre set di perle, e perso un sacco di tempo!!! Meno male che un esame l'ho dato, e anche uno scritto è ormai alle spalle... E' ora di accantonare tutto seriamente.
Da lunedì... come si dice per le diete!
venerdì 6 giugno 2008
Mani legate... sto studiando :(
Insomma mi sento con le mani legate. Ho paura di perdere l'abitudine; anche l'anno scorso sono dovuta stare lontana dalle possibili perdite di tempo, tra cui purtroppo anche questa delle paste modellabili, ma ora sento maggiormente la mancanza di quei momenti di sfogo creativo. Mi manca proprio il tempo per potermi rilassare, spargere tutto sulla scrivania e mettermi all'opera.
Una delle cose che vorrei fare è crearmi una scorta di murrine degna di questo nome. Solo che questo significa pensare prima ai colori, mischiarli, fare gli abbinamenti che mi servono. Fare le sfumature che mi servono. Arrivati a questo punto mi rendo conto di quanto tempo mi serve e rimando a... agosto, quando non avrò esami.
Mi piacerebbe avere una scorta di murrine in grandi quantità, e chiaramente vorrei farle il più dettagliate possibile :) Mi hanno affascinata le raccolte su flickr di Roni Gur, Ronit Golan, Mars Design, Cebijoux... (non ho voglia di mettere link oggi) Ecco, un giorno mi piacerebbe essere brava come loro. Una murrina per volta, passetto dopo passetto, ci voglio riuscire!! Adoro le murrine.
A proposito, penso che sia il caso di smontare la mia macchina per la pasta. Inizia a sporcarsi troppo in fretta: non vorrei che lo sforzo di allisciare plastica l'abbia fatta rompere. Il fatto è che ogni volta che passo un colore, che sia per mischiare, per fare sfumature o anche solo per ammorbidire la pasta (uso solo Kato clay quindi è più duretta), quando uso un altro colore vedo che rimangono tracce del colore precedente. Prima lo notavo solo dopo che usavo il nero, ora succede dopo ogni colore. E' grave :( o si sta rompendo, o mi sto fissando sulla pulizia. Tra i materiali che tengo a portata di mano ci sono anche bottiglietta dell'alcol e cotone, perchè ogni 10 minuti devo pulirla, prima ruotando i rulli normalmente, poi al contrario, poi ripeto con i rulli più vicini. Non capisco se è una necessità che prima non sentivo, una mania... o se davvero è il caso di smontarla, aprirla e controllare che non si sia incastrato niente. Magari va oliata un po'.
Oggi per esempio ho fatto uno strappo alla regola autoimpostami e ho fatto una sfumatura. Non capisco perchè la parte destra della sfumatura mi esce sempre più lunga... Ho provato a girare la sfoglia (se prima avevo bianco a sinistra e blu a destra-blu enorme, ho invertito, bianco a destra e blu a sinistra). Così la lunghezza si è riequilibrata, ma al secondo giro si è ripresentato il problema. Ora, non può essere sfiga, sicuramente i rulli sono più stretti a destra e quindi mi allungano la sfoglia solo in quel punto. Sono in crisi. Senza macchina non faccio niente.
Penso che farò poche cose per volta, finchè non sono libera dagli esami. Un giorno ammorbidisco la pasta, il giorno dopo l'altro colore, poi faccio la sfumatura e la arrotolo... e almeno ho pronta una skinner da usare quando mi serve.
Baci a tutti!
martedì 1 aprile 2008
Rinascita -parure fiori arancio
Dopo mesi che provavo esperimenti, con risultati più o meno soddisfacenti, variazioni dello stesso tema e delle tecniche che preferivo, mi sono stancata di fare sempre le stesse cose, del normale, e ho provato a "buttarmi" :-D
Avevo paura di sbagliare la skinner blend (sfumatura) scegliendo colori brutti, mi ero dimenticata del mio amore per le murrine, e in generale non mi fidavo molto delle mie mani...
E invece, se non si ha fretta, e si fa attenzione a ogni dettaglio, i risultati danno molta soddisfazione :)
Questa parure nasce dai colori. Il soggetto l'ho pensato in un secondo momento, ma volevo qualcosa con questi colori :)
Spille (solo la terza è lucidata)
Orecchini
Pendenti
vi piacciono??
c'è anche un anello quadrato ma mi sono dimenticata di fotografarlo... e ho usato le stesse murrine con uno sfondo chiaro che esalta di più i colori. ma quelli devo ancora montarli...
Ho usato soltanto kato clay, sia per la base che per i fiori. E' una pasta che sapevo avrebbe avuto una definizione migliore del fimo per questo progetto. E' più obbediente, ha retto perfettamente la sfumatura e la murrina, e soprattutto la modellazione curva che ho dato alla murrina ;)
Ho usato minuteria nera.
I fiori non sono in rilievo e sono fettine di una murrina foglia e di una petalo che ho modellato, appiattite col mattarello (la cosa più complicata da fare).
Dopo la cottura ho scartavetrato (carta 800, poi 1000) e lucidato con un pezzo di jeans, e successivamente con la "vernice cristallizzante" marca Easy che però non consiglio (la sto ancora testando, ma non regge bene ai graffi).
Come sempre la montatura è il mio punto debole... Non riesco a pensare a montature elaborate. Pazienza, resterò minimal!
So che la scelta di tagliare i fiori non è popolare... ma il primo esperimento della murrina fiore l'ho fatto seguendo un tutorial della Kato (grazie Donna!), e dopo 3-4 pezzi mi sono stancata di far entrare tutta la scenetta dentro il ciondolo e di fare le cornici a tutto (appesantisce).
Questi 3-4 pezzi sono i primi tentativi e risalgono a qualche mese fa, sicuramente da Natale in poi. Sono visti e rivisti, quindi poco originali, lo so; ma d'altra parte li ho fatti per imparare la tecnica seguendo un tutorial. In ordine di creazione:
Avere come punto di riferimento pezzi creati dagli artisti più famosi può demoralizzare... ma a volte un obiettivo importante è una bella sfida!! Per cui se vi capita di sentirvi come mi sentivo io, provate, anche se vi sembra impossibile; se capite il procedimento, ripeterlo sarà solo questione di esperienza e di cura dei dettagli :)
giovedì 28 febbraio 2008
Synergy
Vorrei mangiarmi le mani. Cosa avrei dato per poter dare un'occhiata anch'io! Chiaramente in qualità di mera pulce da moquette, ma davvero, ne stanno parlando tutti, e tanto! Questo bombardamento di immagini, racconti, innovazioni mi sta facendo fremere dalla voglia di saperne di più!! Mi sento molto donna (curiosa) in questi giorni.
E' come se ti facessero vedere una bellissima foto sfocata; la stessa sensazione di guardare i dolci più buoni del mondo dalla vetrina e sapere che non puoi partecipare al banchetto.
Vi segnalo intanto chi sta parlando di Synergy. Dovrei aggiornare la lista dei miei link, perchè sto seguendo nuovi blog moooolto interessanti sul mio utilissimo feedreader (un programmino che ti raggruppa tutte le novità scritte dai blog che gli hai impostato di tenere d'occhio), però seguendoli lì non ho i link a portata di mano per aggiungerli qui.
Ne hanno parlato moltissimo sia Susan di PolymerClayNotes che Cynthia di PolymerClayDaily, ma ne hanno parlato anche Donna Kato, Lisa Clarke e Ponsawan Sila. Sicuramente ci sono altri blog, ma io sono morta d'invidia già con questi. Così chi mastica un po' d'inglese si mangia le mani insieme a me, e chi non lo capisce, almeno si rifà gli occhi con le foto delle meraviglie. Quando leggete Synergy, sappiate che si sta parlando di questa mostra/congresso.
La cosa che più mi ha incuriosito tra tutte le novità presentate è una piccola rivoluzione, una variante sulla skinner blend (la tecnica per ottenere una sfumatura perfetta usando due triangoli di pasta di colore diverso). “Beyond the Blend”, seminario presentato da Dan Cormier e Tracy Holmes (sito ufficiale qui), pare che presenti un modo completamente nuovo di fare la skinner blend. Fruga fruga, ho trovato informazioni più dettagliate in un blog che non conoscevo ma che leggerò più spesso, di Janice, e proprio un'oretta fa ne ha parlato più in dettaglio anche Lisa.
Ora, io muoio dalla curiosità.
Da quel che ho capito senza che nessuno spiegasse da zero il procedimento (dato che c'è un po' di riservatezza per le tecniche imparate in un corso), pare che sia possibile ottenere sfumature molto belle utilizzando schemi particolari, oltre ai soliti due triangoli.
Come ha scritto Janice, come ho fatto a non pensarci prima?? Si basa tutto sulla matematica, cioè sulla quantità di colore che si mischia. Credo che sia in questo senso: se la normale skinner blend prevede di partire da due triangoli delle stesse dimensioni di due o più colori, il risultato avrà nel primo pezzo 90%coloreA e 10%coloreB, proseguendo 80%A e 20%B, verso il centro 60%A e 40%B, e via dicendo, quindi le quantità dei due colori che si mischiano sono inversamente proporzionali. Se ci pensate, anche le skinner blend arcobaleno sono molto semplici: la sfumatura è sempre di un colore con quello successivo.
La variante di Cormier e Holmes invece non usa delle percentuali così scontate (viene da dire scontate, perchè il risultato è molto molto colorato) perchè si parte da uno schema, non da due triangoli, per cui nel primo pezzettino, invece di mischiarsi soltanto colore A e B, c'è anche un pezzettino di C, eppure non si mischiano in un grigio indistinto come si potrebbe pensare. Non basta fare tre triangoli allungati per ottenere un effetto del genere, si mischierebbero. Ora che ho visto il post di Lisa ho capito a cosa si riferivano quando parlavano di fare una skinner con un template (schema) diverso dal solito. Guardatelo! E' come se, grazie allo schema di partenza diverso, si possano ottenere diverse tonalità e sfumature in un unico foglio di skinner blend. E' stupendo.
Non vedo l'ora di provarlo anch'io!! Se capite meglio di me fatemi sapere e vi sarò debitrice per sempre. Voglio saperne di più!!
sabato 23 febbraio 2008
Tutorial e trucchi per perline tonde e per perline ricoperte con murrine
Non ho sicuramente esperienza sufficiente a scrivere una guida completa, per quello ci sono i libri. Però posso condividere il mio metodo, così potrò rendermi utile almeno per qualche persona agli inizi :)
In questo post scriverò come fare perle in fimo e altre paste, delle stesse dimensioni, senza impronte, senza ammaccature o parti piatte per colpa della cottura, non sformate da fori irregolari. Se trovate utile questo tutorial lasciatemi un commento, mi farebbe piacere! =)
Mi piacciono molto le murrine, per cui molte delle mie perle sono formate da un "cuore" di pasta ricoperto di fettine di murrine. Il cuore un tempo lo facevo con un colore che avevo in grande quantità (prima il nero, poi l'ho finito e ho usato un panetto grande di giallo); ora invece uso quasi sempre lo sculpey ultra light, così non spreco colori utilizzabili per altri progetti e inoltre le perline sono più leggere.
C'è da dire che ero abituata alla consistenza del fimo/cernit, mentre l'ultralight rimane più molliccio e bisogna ricordarsi di non premere troppo, quando si rotola la pallina tra le mani per far aderire le fettine. Però fare il foro è una passeggiata.
1)Dicevo, di solito per fare delle perline inizio ad allungare un rotolino di pasta che servirà per il "cuore". All'inizio facevo a occhio, e mi uscivano perline di dimensioni tutte diverse; è normale che capiti.
#Per fare perline delle stesse dimensioni
Stendo un rotolino di pasta, lo livello con una lastra di vetro (presa da una cornicetta 10x15) in modo che sia regolare, ovunque dello stesso diametro: così si eliminano eventuali "strizzatine" fatte per sbaglio con le dita.
Poi poggio la lama ondulata sul rotolino per avere delle tacche di riferimento (per chi non la ha, basta prendere un righello e basarsi su quello... non cambia niente. a volte faccio anche a occhio) e affetto il rotolino. Attenzione a tenere verticale la lama che affetta, se no la quantità di pasta risulta diversa.
1b)Per fare perline della stessa dimensione si può anche stendere una sfoglia grossa con la macchina per la pasta e ritagliare con una formina tante... forme, appunto, e appallottolarle: così la quantità di pasta utilizzata è identica.
2)Appallottolati i pezzetti di pasta appena tagliati, li metto da parte e affetto la murrina. Meglio non affettare prima di preparare le palline, perchè in quel caso le fettine raffreddano e induriscono (=si spezzano o sgretolano), mentre ora serve che si attacchino bene alla pallina. Questo vale anche per le palline "cuore": è bene non far passare troppo tempo tra la preparazione e la copertura con le fettine.
#Per ricoprire una perlina con murrine
Io affetto con una lama sottile (uso una lametta Gillette) tante fettine, il più sottile possibile, e soprattutto il più regolare possibile. Se una fettina esce sottile da un lato e grossa dall'altro, la poggio su una pallina e affetto via la parte più grossa, che si può usare per completare una fettina che, al contrario, ho affettato incompleta. Appoggio una fettina sulla perlina e la faccio aderire, per il momento semplicemente col dito. Poi una ad una attacco le altre. Quando ho finito questo, inizio ad appallottolare le perline. Servono mani calde ma non troppo, e a volte un po' di pressione. Bisogna cercare di tenere sempre una forma sferica: più si distorce la pallina e la si rende ovale/tubolare, più si rischia di ottenere effetti swirl (a spirale) che rovinerebbero il disegno della murrina. Per evitare questo, in genere appallottolo 4-5giri in senso orario e poi cambio in antiorario; così finora mi sono sempre trovata bene.
#Quante fettine usare per ricoprire la pallina?
Dipende dall'effetto desiderato. All'inizio, quando preparavo una murrina, ne tagliavo un pezzo e lo riducevo a una murrina più piccola: così potevo usare le microfettine per riempire quegli orribili spazi vuoti tra una fetta e l'altra. Questo però complica il disegno, si ottiene una perla molto ricca -cosa che col tempo mi ha stancato.
Ora, sempre più spesso, preferisco valorizzare il disegno della murrina lasciando che spicchi sullo sfondo della perla (in questo caso non lascio l'ultralight a nudo, ma prima di mettere le fettine ricopro ogni pallina con una sfoglia sottilissima del colore dello sfondo che voglio; e poi le fettine). In genere, per una perlina di circa 1cm di diametro applico 4 fettine. Le posiziono su tutte le palline, affettando volta per volta se non bastano.
3)Questo non so se lo facciano tutti, ma mi è stato chiesto diverse volte come faccio a non lasciare impronte nelle perline.
Da quando ho scoperto i risultati di scartavetrare/lucidare ho provato ad applicare il metodo alle perline tonde, ma è lunghissimo perchè finisco per graffiarla in modo poco regolare e rovinare la forma perfettamente sferica.
#Per non lasciare impronte nelle perline
L'unica soluzione davvero valida che ho trovato è usare i guanti in questa fase finale (non riesco a usarli per nient'altro). Io li ho comprati in farmacia; uso una misura 6, ma mi servirebbe una 5 perchè ho le dita molto sottili, non so neanche se esista. Li indosso, li tendo bene, e appallottolo, tenendo la perlina con molta delicatezza tra i palmi (dita tese in fuori), con movimenti piccoli (non ampi perchè se no diventa tubolare) in modo da mantenere la forma sferica. Si vede subito il miglioramento: la superficie si leviga, perde i segni indistinti della pelle del palmo della mano. Così, lucidare è superfluo.
4)Questo è il momento di lasciar riposare le perline. Non foratele, ora sono troppo molli. Non lasciatele sul piano di lavoro, si schiaccerà una parte; fate un ventaglietto con un foglio di carta e sistematele lì. Devono sfreddarsi per bene, minimo mezz'ora (se volete mettetele in frigo, allora basta meno tempo), pulite il piano, le mani, sistemate la murrina avanzata, ma non riponete ancora i guanti.
5) Quando le perline hanno riposato (sembra di parlare di una zuppa), prendete un ago in una mano, indossate un guanto nell'altra, con quest'ultima prendete una pallina, e iniziate a forare. Sarebbe meglio avere un'idea almeno vaga di ciò che si vuole realizzare con le perle in lavorazione, questo perchè 1)la forma da dare alla perla dipende da progetto a progetto (una quadrata spesso salta più all'occhio di una tonda, una a tubo passa in secondo piano rispetto a distanziatori particolari ecc); 2)la grandezza del foro da fare varia a seconda del filo con cui si monterà (vale soprattutto per cordino, cavetto e alcantara... per il cavetto va bene qualsiasi foro).
#Per forare le perline
Se avete un attrezzo apposito, bene, se no... Io usavo un ago da cucito. Troppo sottile, dovevo allargare il foro, finivo per schiacciare la perlina. Ora faccio il foro con l'ago da cucito, e poi ripasso con un ago per la macchina da cucire: non solo allarga il foro in maniera più gentile, ma la base, che si allarga, permette di fare un foro più morbido. Io lo avevo a casa, ma si trova in merceria a un prezzo da niente.
Moltissime persone che stanno iniziando a lavorare le paste lamentano il fatto che quando infilano l'ago, la perlina si schiaccia. Intanto, se la lasciate riposare, la pasta sarà meno molle; non ci vuole fretta. Poi, per infilare l'ago, non bisogna spingerlo dentro la perlina, bensì pungerla, ruotando l'ago tra le dita, infilzarla finchè l'ago non si fa strada. Serve un foro più largo? Usare uno stuzzicadenti, NO! Prima ago, poi ago più grosso, poi piano piano lo stuzzicadenti.
6) Cuocere. Anche qui, problema che ci si pone agli inizi è come evitare deformazioni.
#Per cuocere le perline senza che si schiaccino
C'è chi le infila su uno stuzzicadenti/filo metallico e lo sospende su dei supporti.
Personalmente, mi trovo benissimo facendo un ventaglietto di carta con un normalissimo foglio (per stampante, a righe, quadretti, ecc); basta non fare movimenti bruschi, se no rotolano via. Perle perfettamente tonde.
7) Dopo la cottura, lascio raffreddare in forno; mi è capitato di toglierle subito e si sono formate delle piccole crepe. Mi è successo raramente:
-quando ho mischiato colore a olio (evidentemente era troppo) a fimo trasparente e poi ho messo le perline appena sfornate in acqua e ghiaccio (doveva accentuare la trasparenza, invece all'interno si notano strane crepe);
-quando ho usato per il "cuore" pasta di scarto vecchia stravecchia che evidentemente non si dilatava come la pasta delle murrine;
-quando ho lasciato passare troppo tempo dalla preparazione delle palline alla copertura; inoltre l'ultralight non è appiccicoso quanto il fimo, probabilmente sono rimaste delle bolle d'aria :( (rovinata una swirl che mi piaceva tantissimo).
8) Ho già parlato di come scartavetrare e lucidare, anche se, come ho scritto più su, preferisco non farlo con perline tonde.
Qualunque prodotto si usi, lucidare dopo aver scartavetrato, o come in questo caso, dopo aver usato i guanti, dà una finitura migliore della lucidatura su perline imperfette. Il lucido evidenzia i difetti, purtroppo, invece di mascherarli con tanti simpatici riflessi come si potrebbe pensare.
Fatemi sapere se questo tutorial è stato utile ^_^
venerdì 8 febbraio 2008
Progetti per il blog
Non ho certo la pretesa di insegnare, mi piacerebbe soltanto condividere i trucchetti letti qua e là o sperimentati da me :)
Ricevo molte visite mirate a imparare tecniche e leggere tutorial, perciò ho intenzione di spiegare ciò che so usando come spunto le parole chiave che hanno portato le persone al mio blog.
Pensate che sia una buona idea? Sono un po' incerta a riguardo, ma tutte le cose che so le ho imparate su internet, e parte dal libro con cui vi assillo (e molte altre grazie a persone conosciute su internet).
Quindi perchè non spargere la voce, accrescere la propria conoscenza, condividere, come ha scritto scarabocchio?
Fatemi sapere se può essere una buona idea...
Se non sapete con che tecnica è stato fatto un oggetto, scrivetemi un commento con il link, ci ragioniamo assieme :)
I commenti sono abilitati per tutti.
giovedì 31 gennaio 2008
Sono tornata
Non scrivo da molto, troppo tempo. I motivi sono parecchi: ho avuto molto da studiare, mi sono laureata (ora seguo la specialistica), quindi anche poco tempo per creare e sperimentare. Ho ripreso solo durante il periodo di Natale, anche se un po’ triste per varie cose personali. Poi è partito il progetto di Fimoleggiando, quindi ho avuto sempre meno tempo. Rimando, perchè invece che scrivere poche cose spesso, scrivo tanto una volta ogni due mesi (anche di più).
Ho deciso di cambiare il titolo del blog, da “creazioni” a “chiacchiere” sulle paste, perché è così che vorrei impostarlo: un posticino dove chiacchierare. Alla fine, anche se non ho tempo per creare, ci penso almeno metà della giornata, porto con me un quadernino dove disegno progetti e elenco le tecniche... quindi ho molte cose da dire :) Spero di riuscire a scrivere più spesso d’ora in poi. Mi piacerebbe tradurre un po’ di tutorial in inglese (chiederò permessi qua e là), parlare di altre artiste dalle mani d’oro, proporre altri esperimenti e consigli.
Beh, a presto (spero!)!
Squi
martedì 18 settembre 2007
Sanding and buffing 2
Nel forum Selin ha segnalato un link di un tutorial per... ora vi spiego.
Dopo aver constatato che scartavetrare le perle è facile, lo sto facendo sempre. Non dico che sia necessario, perchè non è così, ma certe sono davvero più belle, al tatto e alla vista. Ciò che mi uccide è la lucidatura: un minuto per ogni perlina, per ottenere un risultato comunque poco lucido, è troppo tempo e troppo lavoro -senza contare che a lungo andare mi grattugio le dita.
So che esiste un aggeggio nei Brico che serve a questo; anche un semplice trapano, o un qualunque strumento elettrico. Il lucidatore esiste, basta sostituire i dischetti in feltro (che graffiano) con una cosa ancora più morbida. Ma quanto costa?? Spendere 15-20€ mi sembra eccessivo.
Quindi pensavo, si potrebbe almeno attaccare al trapano/coso la carta vetrata e scartavetrare, ma poi come fare a mantenerla bagnata? La carta deve essere bagnata, altrimenti sai che graffi... e il trapano non deve essere bagnato, quindi idea bocciata.
Ho provato anche con un cosino elettrico per la manicure, ma idem, niente acqua.
Invece... QUI c'è la soluzione ai miei problemi, e mi sento una stupida per non averci mai pensato. Uno spazzolino elettrico funziona allo stesso modo degli oggetti di cui sopra, ma costa meno, è più maneggevole (niente scene splatter con inondazione di sangue causa trapano impazzito), e soprattutto è fatto per essere bagnato quindi si può anche scartavetrare. Si possono sostituire le testine e dedicarne un paio solo alla lucidatura.
Mi sembra un'ottima idea, finalmente abbandonerò il sistema tradizionale...
Qualcuno di voi ha suggerimenti per cosa usare per la lucidatura? Un panno, lasciare il jeans, cotone...?
Comnque lode a June che ne ha parlato, a Susan Lomuto di polymerclaynotes per averlo diffuso nel suo utilissimo blog, e a Selin per averlo segnalato in italiano.
venerdì 14 settembre 2007
Primo uso dei pigmenti
Questo è un anello con fimo nero, inciso con spirali di filo metallico 1mm fatte da me e altri strumenti di fortuna. Il riflesso verdastro non è segno della pazzia della mia macchina fotografica, ma del pigmento interfine green (interferenza verde) che alla vista è bianco con una leggera iridescenza, ma applicato dà questi effetti. Piccolo tentativo, niente di che, di anelli così ne ho già fatto con buoni risultati con gli ombretti.
Questo è un altro anello, commissionato da una ragazza a cui non è nemmeno piaciuto perchè mi aveva chiesto un cavalluccio marino e basta (ci eravamo capite male, evidentemente; io non avevo capito che volesse solo l'animale). Sorvolando sul lavoraccio per fare il cavalluccio, date le dimensioni (1.7cm) e la mia totale inesperienza con le miniature... Sul mare nello sfondo ho applicato un altro pigmento, che ovviamente in foto non si vede -_- ma rende bene il "fondale", per quanto questo sia poco realistico. Anche se non è quello che mi avevano chiesto, sono soddisfatta di essere riuscita in una cosa che all'inizio mi ha dato delle grane. La coda si è storpiata, ma ha un aspetto spinoso come nella realtà.
Collana ramata che di pasta ha ben poco, solo il ciondolo, ma ho usato pigmenti rame, oro scuro e oro chiaro... Visibilità zero. O faccio dei contrasti più evidenti, o imparo a fare foto decenti. Mi piace la forma un po' irregolare del ciondolo, e il colore forse è un po' monotono ma volevo che si abbinasse con filo e perline metalliche rame.
Non vedo l'ora di poter fare le mille prove che mi stanno aspettando. Ho tanti di quegli esperimenti da fare... Non vedo l'ora di avere tempo.
sabato 1 settembre 2007
Pigmenti metallizzati
Ho ordinato dall'America dei pigmenti metallizzati. Dopo lunghe riflessioni (!!), alla fine mi sono lasciata tentare da un ottimo sito americano di cosmetica, Coastal Scents. E' gestito da due ricercatori qualificati che vendono materie prime per prodotti cosmetici, da trucchi a saponi, da oli essenziali a, appunto, coloranti come i pigmenti. Vendono mica powders, cioè polvere di mica (è un minerale): non sostanze di origine sintetica, pasticci vari, ma una cosa naturale. Mi ha colpito tantissimo l'impostazione del sito: ognuno degli 89 colori disponibili ha un'accurata descrizione degli effetti (scintilla, brilla, è perlescente, mostra i colori di interferenza), degli ingredienti (aggiunti alla polvere di mica, che è la base: diossido di titanio, ossido di ferro ecc), della compatibilità (indicano quali si possono o no usare su viso, occhi, labbra, unghie), a volte perfino la dimensione delle particelle (ricordo uno di 30 micron).
Ora che mi sono arrivati i pigmenti noto con piacere che questa accuratezza è riportata anche nelle bustine di ognuno dei pigmenti. Una precisione rara da trovare, a mio parere.
Li vendono in diverse quantità: 450g, 227g, 28g (tutti in vasetto) e campioncini da un cucchiaino cioè 4g (che poi è la quantità contenuta nei vasetti di porporina, ma la danno in bustine ermetiche). Non avendo miliardi da spendere ho preso solo campioncini, ma di 25 colori uno più bello dell'altro. Mi piace il fatto che potrò usarli sia come trucchi, che con il cernit.
Nella foto non si vedono bene i colori. Non vedo l'ora di usarli. Ho già un paio di progettini in mente, finora usavo altre misere polverine ma questi sembrano favolosi.
Grazie a Scarabocchio che con questo post ha acceso la miccia per un acquisto che rimandavo da mesi, e a Ponsawan perchè quando ho visto certe cose non ho saputo resistere.
L'unica nota stonata è che purtroppo ho avuto sfortuna con la dogana: mi hanno controllato il pacco e me l'hanno tassato, secondo le tariffe per l'importazione dei pigmenti e l'iva. Una brutta sorpresa.
Bianco e nero
E così ho fatto queste collane.
Alcune mi hanno già lasciata. Adoro questi colori, si possono abbinare ad un abbigliamento semplice/essenziale però danno quel tocco in più. Io uso quasi solo orecchini, ma da quando le collane me le faccio io... :)
L'ultima infine è un'idea che covavo da tanto: un inserto a scacchi (rigorosamente una murrina) su un cuore nero, con perline a scacchi abbinate. Stavo aspettando di perfezionarmi coi cuori e di avere il nero.
Mi piacciono molto, modestamente. Sono tutte semplicissime, ma adoro sperimentare anche se poi il risultato non è certo il capolavoro del secolo. Sto imparando che a volte non c'è bisogno di un affollamento di perline per fare una bella collana, specie se piace uno stile essenziale -e a me piace, così come (pare) a tanta altra gente. La perla centrale a cuore è lucidata a mano, ma sono indecisa se passarci della vernice. Mi hanno detto che verniciata avrebbe un effetto eccessivamente finto, ma così continua a sembrarmi troppo opaca. Dovrò aspettare che torni mia nonna dal suo paese per usare un po' della sua cera per pavimenti (perchè arricciate il naso? Le americane la usano, precisamente la Future Floor Wax...).
P.S. Giusto per sicurezza, per chi non sapesse cosa sono le murrine, qua c'è un'ottima guida alle murrine base. Guardate anche il resto. E poi la bibbia, in inglese ma le immagini sono ottime; scendete fino a Beginner e Canework (cane=murrina. Si legge "kein").
Ho qualche problema con la disposizione delle foto -_-
giovedì 23 agosto 2007
Sanding and buffing
Per quanto ci pensassi, non capivo come fosse possibile che un pezzo, lucidato banalmente sfregandolo con della stoffa, potesse raggiungere un effetto vetrificato maggiore addirittura del trattamento con la vernicetta.
Ho finalmente comprato un pezzetto di carta vetrata, la più fine che ho trovato al Brico, una 320. Povera illusa! Non solo ho scoperto (da altre ragazze del forum) che si dovrebbe iniziare con la carta 1000 per arrivare a usare la 3000, che al tatto sembra carta normale... In più avevo anche sbagliato il procedimento, limitandomi a scartavetrare una perlina per poi disperarmi per i brutti graffi biancastri che erano usciti. E ci credo, con la 320...! A quanto pare questo lavoro non va fatto a secco, ma sotto l'acqua. Apriti cielo.
Ho dovuto aspettare il libro della Blackburn per convincermi a rifare l'esperimento, stavolta aiutata da una fonte un po' più autorevole di un sito internet. Il sanding si fa sì con carte molto molto fini, ma appunto sotto l'acqua, preferibilmente corrente (ma si può anche sciacquare ogni 4-5 grattatine). Il buffing si può fare a mano, ma ci perdi i muscoli, o si può usare un coso elettrico che consiste in una ruotina ricoperta di cotone/stoffa morbidosa da lucidatura, molto molto morbida e per niente abrasiva, che ruota a tutta velocità mentre si tiene il pezzo fermo, comodi comodi. E grazie...! Ecco come riescono ad avere quei risultati. Certo che è un lavoraccio.
Scoraggiata perchè non possiedo quell'arnese e mi sembra del tutto fuori luogo comprarlo solo per un hobby (chissà quanto costa), me la sono tentata usando un aggeggino che avevo in casa per lucidare le unghie, stessa cosa ma di dimensioni ridotte. Ho provato a fissare un pezzo di cotone, e al primo giro è volato tutto intorno stile lotta coi cuscini. Ho provato a fissare un cotton-fioc, che dopo 10 secondi e un paio di graffi nella perlina è schizzato via spaventandomi anche un po' (e se mi va in un occhio? Iiiiii...). Alla fine ho desistito e mi sono accontentata della misera lucidatura a mano, che è un lavoro lungo e noioso: ti grattugi le dita col jeans, ti si indolenzisce il braccio (a settembre riprendo a fare sport, sarebbe il caso, lo so) e ci vogliono 5 minuti per ogni perla. Non ne vale proprio la pena, quando esiste la simpatica vernicetta.
Il buffing non fa per me. Decisamente.
Il sanding, invece... Oooh. Meraviglia. Quanto cambia tenere in mano una perla liscia! Non credevo che ci potesse essere tutta questa differenza. Mi sembravano abbastanza lisce così, e volevo scartavetrarle un po' solamente per eliminare qualche impronta traditrice. E dire che siccome nella mia zona i ferramenta sono degli sfigati, ho trovato al massimo una 1200. Sempre sotto l'acqua ho iniziato con la 320, continuato con la 800 e finito con la 1200. Una meraviglia. Ho lucidato due perle lentil swirl (bicono tondeggiante, insomma...) e mi sembrava di tenere in mano delle caramelle. Lisce, liscissime, un piacere al tatto. Da allora quando tocco le collane fatte finora inorridisco. C'è davvero una differenza notevole. Lucidate, poi, sono perfette, perchè la vernice si distribuisce meglio sulla superficie che non è più tanto irregolare.
Probabilmente l'effetto liscio non si nota dalla foto, ma queste sono le perle montate... L'idea l'ho presa dal libro, sono giustamente ancora in fase di esperimenti. Grazie, Carol.
martedì 21 agosto 2007
Recensione libri - How to Make Polymer Clay Beads
Come avevo letto, è un libro di tecniche. In alcuni casi viene spiegata solo la tecnica, in altri si fanno anche esempi su come applicare la tecnica per fare una perla (bead).
Mi piace che non ci siano progetti passo passo: la maggior parte delle volte si spiegano collane e cose che a me non interessano, quindi preferisco di gran lunga questo metodo di spiegazione. A volte anzi anche in questo libro ci si perde in particolari inutili: ogni volta viene specificato di cuocere le perle nella carta bla bla, di passare il mattarello per far uscire le bolle d'aria... Dopo che lo leggi una, due, tre volte direi che te lo ricordi.
Il capitolo sulle false tecniche è favoloso. Sapevo già come fare il legno, il bronzo e l'avorio, l'ambra e il turchese non mi convincono molto, ma la madreperla è qualcosa di eccezionale. Per non parlare del marmo, del corallo e della pelle, che sono veramente uguali alla realtà. Non vedo l'ora di sperimentare qualcosa.
Mi piace molto anche l'impaginazione. Mi sembrava strano che certe tecniche venissero spiegate in una sola pagina, eppure le scritte sono abbastanza contenute da lasciare spazio a tante foto sparse nella pagina. In alto c'è sempre una fascia con fotografie delle collane e dei bracciali montati con le perle spiegate nella pagina.
Sono proprio soddisfatta. Non mi sono pentita di averlo comprato, non è mediocre nè vago nè ripetitivo. E' il libro più adatto per il mio livello di conoscenza tecnica e soprattutto i miei interessi. Per quanto non ne fossi convinta prima, un libro fa davvero la differenza a volte... Non per niente è stato pubblicato.
Se vi interessa, qui potete leggere l'indice dei contenuti.
venerdì 10 agosto 2007
Nuove forme
L'intenzione era quella di creare qualcosa con un po' di movimento irregolare, perchè mi sono stufata di fare orecchini con perlina e dischetti. Inoltre è periodo optical e bianco/nero, quindi mi piaceva questa soluzione.
Con mio grande orrore, però, li hanno paragonati alla viennetta! Per carità, buonissima, ma non era minimamente mia intenzione riprodurre un gelato col cernit. Comunque l'effetto mi piace e sono contenta perchè me lo sono inventata da sola, anche se è molto semplice. Non l'ho visto da nessuna parte. Sto crescendo!! Ahahah.
Ci vuole un po' di delicatezza per sistemarli in questo modo, e una lama affilata. Non si vede, ma i bordi sono netti. Così nessuno mi chiederà più se sono disegnati... la gente ha molta fantasia, quando vede le murrine per la prima volta. Anche se queste non sono murrine.
Li ho già replicati in altri colori e lunghezze. Questa è l'unica foto decente (quindi immaginatevi le altre).
Un'amica mi ha procurato la pasta nera, non vedo l'ora di andare a prenderla perchè ho altri progetti in mente.
giovedì 9 agosto 2007
Artiste: Ponsawan Sila
Nel suo blog di tecniche ha spiegato delle cose per me ormai fondamentali, viste da nessun'altra parte, come per esempio il metodo per creare texture autoprodotte, creare mokume gane sfumati e con un disegno particolare, tanto per citarne un paio.
Il tutto condito da un grande amore per i colori e per la varietà di stili.
Guardate anche il suo album su picasa e su flickr.
Che ne pensate?